Della vastissima offerta esperienziale enogastronomica della tradizione salentina ne abbiamo già parlato nel “6 piatti tipici da non perdere durante le vacanze in Salento”, ma il Salento non smette mai di sorprendere ed anche a Natale ci offre delle prelibatezze dolci e salate. Questi piatti tipici natalizi rappresentano una vera e propria tradizione e si possono assaggiare anche durante l’estate, nelle sagre di paese che mirano a valorizzare i prodotti tipici. Ma è in questo periodo dell’anno che l’esperienza culinaria in Salento raggiunge e coinvolge tutte le case e tutti i ristoranti locali.
La preparazione per eccellenza di questo periodo è quella delle pittule, piccole palline di acqua e farina che vengono fritte nell’olio d’oliva, sia così – al naturale – che farcite con ogni ben di Dio: baccalà, cavolfiore, gamberetti, peperoni, olive, etc.
È un antipasto da mangiare caldo, appena fatto e accompagnato da del buon vino locale e, in questo periodo dell’anno, si possono trovare sia nei ristoranti, sia nelle sagre ma anche in ogni casa degli abitanti di questo magico territorio.
Durante la vigilia di Natale, oltre alle pittule, è tradizione – a pranzo – mangiare la pasta con il baccalà, un piatto leggero per prepararsi alle abbuffate dei giorni successivi.
Oltre a questi piatti salati, l’attenzione si sposta nell’ambito dei dolci. In passato, le famiglie dei contadini non vivevano che dei prodotti della terra e mangiavano i dolci solo durante le feste. Da qui la tradizione di preparare porceddhuzzi e carteddhate.
I porceddhuzzi sono piccoli dolcetti – sempre fritti – di farina, olio e vino che hanno un sapore neutro. La tradizione vuole che vengano affogati nel miele e decorati con pinoli, codette e cioccolata.
Le carteddhate, invece, sono dei dolci dalla forma simile alle chiacchiere di carnevale; anch’esse fritte e dolcissime.
In conclusione, il Natale in Salento non è solo città d’arte e luminarie: è un buco in più alla cintura!