Gli alberi da frutto sono una gioia per gli occhi e per il palato. Ce ne sono tantissimi ma le principali piante fruttifere sono il melo, il pero, il pesco, l’albicocco, il ciliegio e il susino. Sono meno diffuse e più ricercate piante come il giuggiolo, il cotogno, il noce, il corbezzolo, il pistacchio e in nespolo. Particolarmente conosciuti e apprezzati nel Salento sono il fico e fico d’india tuttavia, l’albero che ingiustamente viene spesso dimenticato è il gelso.
Detto anche morus, ha alle spalle una lunga tradizione nell’agricoltura contadina dei secoli passati legata all’allevamento dei bachi da seta. Si tratta di una pianta interessante anche se spesso trascurata e dimenticata. I suoi frutti sono dolcissimi e gustosi, fanno parte della famiglia delle moracee e possiamo classificarlo in due specie principali: il gelso nero (Morus nigra) e quello bianco (Morus blanca) che si differenziano essenzialmente per il colore dei frutti.
Come piantarlo
La posizione è importante. Nel piantare il Gelso, infatti, occorre tener presente che crescendo diventerà un albero imponente. Pertando, tenendo conto del futuro sviluppo della pianta, occorre lasciare almeno 5 metri liberi intorno al genso nero e 6 intorno a quello bianco. Si può propagare per talea oppure riprodurlo da seme, la prima ipotesi è la migliore sia perchè preserva la varietà originaria sia perchè accorcia i tempi di crescita dell’albero e di produzione dei frutti. E’ consigliabile acquistare la piantina in pane di terra o a radice nuda dal vivaio di fiducia per poi trapiantarla.In tal modo si potrà scegliere varietà resistenti alle malattie e ben produttive. Il periodo migliore per la piantumazione è l’inverno purchè il suolo non sia eccessivamente gelato o bagnato. Questo per sfruttare il periodo di stasi in cui, la pianta, perde le foglie e di prepara a rifiorire in primavera.
Come coltivarlo
Coltivare il gelso non è difficile, si tratta di una pianta molto longeva e resistente che può raggiungere importanti dimensioni ed è molto gradevole alla vista. La sua chioma folta e globosa può avere anche un uso ornamentale, spesso, anche per questo, il Gelso viene piantato in ampi giardini dove offre frutti e ombra. Le foglie cadono con l’arrivo del freddo per poi rivegetare durante la bella stagione. Le radici profonde gli permettono di trovare l’acqua durante tutto l’anno cosicchè l’irrigazione è necessaria solo in caso di eccessiva e prolungata siccità. Coltivato migliaia di anni prima di Cristo, la pianta di origine asiatica è molto diffusa in alcune sone d’Italia.
Frutti non frutti
Le more che il gelso produce sono, in realtà, dei falsi frutti. Dal punto di vista botanico, infatti, si tratta di un sorosio dove solo la parte centrale è il frutto botanico ricoperto da piccole drupe. L’aspetto di queste piccole e dolci prelibatezze potrebbe ingannare perchè per forma e colore sono molto simili alle more di rovo, tuttavia, tra le due specie non esiste parentela.
Usi in cucina
Morbidi e succosi i frutti del gelso possono essere utilizzati come infredienti per tanti piatti golosi. La prima cosa a cui, giustamente si pensa, è la marmellata bianca o nera che può servire da condimento per crostate e dolci di altro tipo. Ma il gelso viene anche utilizzato per realizzare la granita, come da tradizione siciliana. Al suo sapore dolciastro può essere aggiunto quello dell’alcol per confezionare un liquore dal gusto deciso. Infine, la cucina gourmet, che punta alla ricerca di associazioni insolite, non ne trascura l’uso in piatti salati come il risotto. I gelsi, essiccati e lasciati a bagno per mezz’ora, possono infatti rappresentare il tocco dello chef amalgamandosi con il sapore del burro di mandorle o nocciole e del parmiggiano.
Articolo a cura di “Le Scalelle” – Ristorante Torre Vado